L’edizione di quest’anno si lega al paradigma dell’evoluzione, in un momento in cui abbiamo dovuto rivedere le abitudini, gli strumenti, i valori, anche a causa della pandemia. Costruisce dunque un dialogo tra passato e presente, tra antichi e nuovi valori del concetto, della forma, dei linguaggi e dei media con cui veicolare flussi di informazioni e di immagini verso un pubblico più eterogeneo del solito, perché assiduo frequentatore della rete e proveniente da ogni dove. La trama e la tecnica musiva romana, i temi, le tonalità e le forme classiche, nonché la narrativa funzionale ad un supporto votato al vivere quotidiano, si intrecciano all’autoreferenzialità e alla ricerca artistica della contemporaneità. In essa la sincronia di codici, consecutio temporum e figura, per quanto evidentemente interiorizzati, cedono il passo alla sperimentazione che, con nuovi materiali e nuove allegorie dell’essere e del fare, descrive una alternativa alla distopia culturale che incombe, proponendo messaggi non funzionali ma sociali. L’unità semantico/pratica del passato si confronta con la scissione sistematica tra realtà e pensiero del presente per tentare l’approdo in un futuro migliore e trovare nuove certezze del vivere e modi sempre più performanti per raccontare.
Altra caratteristica di questo festival è l’uso dei mezzi digitali necessario a contrastare la chiusura generalizzata degli spazi espositivi imposta con il distanziamento, prettamente fisico, giammai sociale, né tanto meno culturale. La realtà aumentata ci fornisce strumenti per una diversa fruibilità, seppur non dal vivo, guidata attraverso l’uso di ipertesti, materiale multimediale, e la mappatura dettagliata dei luoghi ospitanti. Una descrizione fatta di dettagli che fornisce ulteriori sfumature alla percezione delle opere e del percorso espositivo che, altrimenti, confinato solo da scritti e immagini, avrebbe perso gran parte del proprio fascino narrativo. Internet consentirà, invece, una esperibilità al di là del tempo e dello spazio, rompendo le barriere della localizzazione e consentendo non solo la visita a distanza, ma una più attenta osservazione del tutto. La pubblicazione web ci permette, infatti, di tornare nei luoghi dell’arte più volte, e di gustare a pieno l’opera altrimenti relegata alla percezione di una frazione di tempo che, una volta consumata, tende a non ripetersi, perché legata ad un luogo, spesso distante, dove è difficile tornare.
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